Tra immagini e parole: il Quartiere degli Elementi di Palazzo Vecchio

Breve storia di Palazzo Vecchio

Da oltre sette secoli, Palazzo Vecchio (Palazzo della Signoria), è simbolo del potere civile della città di Firenze. Costruito verso la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo per ospitare i Priori delle Arti e il Gonfaloniere di Giustizia.
In Piazza della Signoria, la prima scultura che colpisce locchio del visitatore, è senza alcun dubbio il David di Michelangelo, di questa tanto amata statua, ne parla in una delle sue più famose opere intitolata Le Vite dei pittori, scultori e architetti, in cui è presente un capitolo dedicato alla vita di Michelangeloi.
 Il David di Michelangelo, situato all’entrata di Palazzo Vecchio, è una copia, mentre l’originale è conservata nella Galleria dell’Accademia di Firenze.
Nella “Sala dei Gigli” un’altra famosa opera che attira il turista, è la Giuditta di Donatello, eseguita sul finire della carriera tra il 1453 e il 1457, ma solo dal 1988 fu conservata nella Sala dei Gigli.
Al primo piano del palazzo, oltre al Salone dei Cinquecento, si trovano i primi quartieri monumentali dedicati ai componenti della famiglia Medici che hanno contribuito alla grandezza della casata.
Il Salone dei Cinquecento è la sala più grande e importante sotto il profilo storico-artistico: ha la lunghezza di 54 m e un’altezza di 18 m.
Fu costruita in un solo anno, il 1494, da Simone del Pollaiolo detto il Cronaca e Francesco di Domenico, su commissione di Girolamo Savonarola.
Il più famoso particolare è senza dubbio il soffitto: è a cassettoni e presenta una serie di pitture sul tema dell’esaltazione di Cosimo I. Venne messo in opera tra il 1563- e il 1565.
Alle pareti, Giorgio Vasari, dipinse sei scene di battaglia che rappresentano i successi militari di Cosimo I su Pisa e Siena.
Al secondo piano, troviamo il “Quartiere Degli Elementi”.
Il quartiere, corrisponde tematicamente in ogni suo ambiente a quello sottostante riservato alla celebrazione degli “Dei terrestri”, vale a dire i componenti più illustri della famiglia Medici.
Articolato in cinque sale e due loggiati, corrisponde agli appartamenti privati di Cosimo I, ed è decorato con dipinti mitologico-allegorici (Sale degli Elementi, di Cerere, Scrittoio di Calliope, di Giove, di Ercole, Scrittoio di Minerva).
Secondo questo sistema celebrativo, si creano i seguenti abbinamenti:
_ Cosimo Il Vecchio-Cerere
_ Lorenzo Il Magnifico-Opi
_ Cosimo I-Giove
_ Giovanni Dalle Bande Nere-Ercole
_ Clemente VII (Giulio De’ Medici)-Saturno
Gli appartamenti di Eleonora di Toledo, sono anche chiamati Appartamenti di Penelope, la famosa protagonista dell’Odissea, che attende il marito Ulisse dalla guerra, perché alle pareti, sono raffigurate degli affreschi che raccontano dei passi dell’Odissea.
La stanza più importante , è la cappella realizzata da Givan  Battista del Tasso e Giorgio Vasari , la cappella è particolarmente importante per essere stata completamente affrescata da Agnolo Bronzino. La costruzione, risale al 1540-1545, quando il Del Tasso la fece ricavare chiudendo una campata della Camera Verde. Più o meno nello stesso periodo venne affrescata a più riprese. Il portale di accesso venne eseguito circa nel 1543, forse su disegno di Bartolomeo Ammannati.
Al soffitto si trova una rappresentazione della Trinità, il “Vultus Trifons”, che venne dipinto sopra uno stemma Medici-Toledo, in parte riaffiorato. Attorno al centro sono disposti, separati da festoni e putti, “San Giovannei Evangelista a Patos”, “San Michele Arcangelo che vince il Demonio”, “San Francesco che riceve le stimmate con fra leone e San Girolamo penitente”.
Le pareti sono affrescate con episodi biblici, per esempio, la “Deposizione di Cristo”, “Angelo annunciante” e la “Vergine annunciata”.


Racconti mitologici di Palazzo Vecchio
 

Nella Sala degli Elementi, a Palazzo Vecchio, in corrispondenza di quella di Leone X (al piano inferiore), sono rappresentati quattro affreschi principali, appunto i quattro elementi naturali che danno il nome alla sala.


Sul soffitto è raffigurata, per l’elemento dell’aria, “L’Evirazione di Urano”: il mito parla di questo dio che,  avendo ricevuto una profezia secondo la quale il suo figlio più forte lo avrebbe spodestato, confinò i propri discendenti negli abissi. Crono però, uno dei suoi figli, riuscì, con l’aiuto della madre, ad uscire dagli abissi e punire il padre evirandolo.


    


Su una delle pareti è affrescata “La Nascita di Venere”,  venuta al mondo dai genitali di Urano caduti in mare: questo affresco rappresenta appunto l’acqua.
Le stanno intorno creature marine e sopra di lei volano dei putti, sullo sfondo veleggia una nave greca, in alto a destra sono raffigurate le Tre Grazie.



Sulla parete a sinistra di quella dedicata a Venere si trova dipinta, per l’elemento del fuoco, “La Fucina di Vulcano”.
Qui sono ritratti tre Titani mentre forgiano le saette di Zeus e Vulcano, la moglie Venere e Cupido che fabbricano le frecce, d’oro e di piombo, per il dio dell’amore.


Su un’altra parete ancora sono illustrate “Le Offerte a Saturno”, il dio è la figura centrale a cui vengono portate delle offerte per ringraziarlo del dono dell’agricoltura fatto alla Sicilia, infatti si possono vedere sullo sfondo del dipinto i paesaggi dell’isola. Sulla sinistra  in basso è raffigurata una donna con una cornucopia, simbolo dell’abbondanza del luogo.
Dalla parte opposta un’altra figura femminile regge i due simboli di Cosimo I: la tartaruga, che indica la temperanza, e la vela che sta per la prontezza. In alto, è raffigurata una lotta fra mostri marini e ninfe.

Ai lati degli affreschi principali sono ritratti momenti che raffigurano vicende importanti per gli dei protagonisti del dipinto. Sul soffitto della sala sono raffigurati altre divinità che adempiono ai loro compiti, come Apollo che conduce il carro del Sole, preceduto da tre Ore, e in corrispondenza di questo dipinto, all'altro lato della raffigurazione di Saturno, si trova Selene che guida il carro della Luna con Endimione, il suo amato, che dorme. Fra i due carri sono illustrati il giorno e la notte.